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mercoledì 1 luglio 2020

Storia di un uomo vescica di Dejanira Bada [Recensione]

Cari amici,
vi è mai capitato di avere tra le mani un libro con un titolo improponibile, di quelli che pensate: questo non lo leggerò mai?

Ecco, è proprio quello che è successo a me quando mi hanno proposto di leggere

Storia di un uomo vescica di Dejanira Bada
Villaggio Maori edizioni


Disponibile in cartaceo

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Maurizio Beltrami ha trentasette anni, un lavoro che detesta e un'enorme vescica sotto un piede che si nutre dei suoi traumi e che crescerà a dismisura fino a inglobarlo totalmente. Ipocondriaco e scettico, il protagonista di "Storia di un uomo vescica" sarà messo da questa straordinaria condizione di fronte all'importanza di un'esistenza libera da tutte le schiavitù della vita. Fenomenologia di una metamorfosi che rimane annidata insieme alle nostre paure.


Maurizio era ancora steso a letto e già di cattivo umore. Il primo pensiero andò subito alla piccola vescica che aveva sul piede dalla sera precedente. Maledette scarpe nuove, pensò, e maledetti soprattutto i piedi. Li odiava, sia i suoi che quelli degli altri. Odiava mostrarli e vederli, perfino quelli curati e levigati delle belle donne.


Il nostro protagonista è un uomo fastidioso e infastidito, da tutto e da tutti, vorrebbe ma non osa, desidererebbe ma non ha il coraggio di lanciarsi: nella vita, nel lavoro e persino nel sesso.
Una vita costruita, fittizia, senza sentimenti e senza emozioni, opaca come uno specchio vecchio e usato che ha perso la sua trasparenza e nel quale non riesci più a vedere riflessa la tua immagine.

E se la sua vita privata è inconsistente, di contro in quella professionale sfoga tutte le sue repressioni, è infatti uno dei cosidetti «tagliatori di teste», quelli che si occupano del lavoro sporco di licenziare i dipendenti.

Maurizio è represso e soffocato da una madre che continua a considerarlo un bambino da coccolare e custodire, la sua vita è un'eterna ripetizione di gesti e azioni senza alcuno slancio di fantasia. Tutti i suoi sentimenti sono accuratamente chiusi dentro una sorta di sacchetto di plastica. quante volte ci siamo sentiti come chiusi dentro una bolla? senza neppure la forza di respirare? Quante volte ci siamo sentiti come Maurizio?

La vescica che piano piano lo inghiotte lo costringerà a fare i conti con sè stesso e con le sue paure, mettendo a nudo i sentimenti, le passioni, i ricordi e paradossalmente aiutandolo a scoprire cosa lo ha portato a diventare quello che è oggi.

Maurizio non è una bella persona eppure man mano che si va avanti con la lettura non possiamo fare a meno di affezionarci a lui, percorrendo al suo fianco la strada del cambiamento.

Vi dicevo cari amici che quando mi è stato proposto di leggere questo romanzo, la prima cosa che mi ha colpito è stato proprio il titolo: assurdo, questo è stato il primo pensiero e invece ripensandoci bene credo il titolo sia una delle armi vincenti di questi romanzo.

Oltre all'ottima scrittura, alla storia innovativa e unica, questo titolo così particolare mi ha incuriosito ancora di più.

Si legge in poco più di un'ora, un ottimo consiglio per questi pomeriggi assolati.

Buona lettura




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