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sabato 1 dicembre 2018

"Il metodo danese per crescere bambini felici ed essere genitori sereni" di Jessica Joelle Alexander e Iben Sandahl [Recensione]


Buongiorno Lettori Erranti, come state? Vi ricordate quando vi ho parlato del libro “Il nuovo metodo danese per educare i bambini alla felicità a scuola e in famiglia” ” di Jessica Joelle Alexander?
Su instagram vi abbiamo mostrato il libro precedente a questa uscita che l’autrice mi ha mandato con l’autografo e il giuramento hygge, quindi, mi sembra doveroso parlarvi anche de “Il metodo danese per crescere bambini felici ed essere genitori sereni” di Jessica Joelle Alexander e Iben Sandahl .
Ma prima di tutto ve lo presento meglio.


Il metodo danese per crescere bambini felici 
ed essere genitori sereni

di Jessica Joelle Alexander Iben Sandahl
Newton Compton Editori
Collana: Grandi Manuali Newton
Pag: 224
Prezzo: € 3,99 (ebook) € 7,50 (copertina rigida)
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Da oltre 40 anni la Danimarca domina il World Happiness Report, la classifica dei Paesi più felici stilata ogni anno dalle Nazioni Unite, tanto da diventare oggetto di studi sociologici. Dopo tredici anni di ricerca e collaborazione, Iben Sandahl, psicologa, e Jessica Joelle Alexander, giornalista americana sposata con un danese, ritengono di aver scoperto il vero segreto della felicità del piccolo Paese del nord e lo svelano in questo manuale rivoluzionario. Sembra che alla base dell’appagamento ci sia il modo in cui genitori e figli si relazionano tra di loro, l’empatia e la capacità degli adulti di offrire strumenti e istruzioni senza porre ultimatum ai piccoli. Sandahl e Alexander sono riuscite nell’intento di scrivere una guida pratica, da poter seguire passo passo per analizzare i propri comportamenti, evitare errori e orientare i propri metodi educativi nella giusta direzione.

LA MIA OPINIONE

La copertina è bianca con un piccolo cuore e riprende lo stile dei grandi manuali della Newton. Molto semplice e carina.
Nell’introduzione conosciamo meglio le autrici e come è nata l’idea del libro, che da una piccola distribuzione “casalinga” è diventato un best seller.
Grazie a queste due donne che si sono interrogate  sull’educazione dei propri figli adesso il metodo danese è conosciuto in tutto il mondo.

Cos’è, quindi, questo metodo?
Dovete sapere, prima di tutto, che il popolo danese è considerato uno dei popoli più felici del mondo, quindi, Jessica, (che ha sposato un danese) ha notato come sia diverso il metodo di educazione dei bambini di questa piccola nazione rispetto allo standard americano (e in generale del resto del mondo).
Che sia proprio lì il segreto della loro felicità?

 Questo non è un libro, è un movimento. E lo vedo come un movimento che può cambiare un Paese”: sono le parole di un uomo di affari indiano che ha letto questo manuale e, forse questa frase può racchiudere l’intero mio pensiero sul libro stesso , anche se il libro successivo l’ho trovato molto più ricco di informazioni, dati, spunti ed idee, ed è, quindi, più completo.

Le autrici ci mettono davanti delle parole chiave, date dall’acronimo di PARENT: Play (gioco), Authenticity (autenticità), Reframing (Ristrutturazione), Empathy (empatia), No ultimatum (nessun ultimatum), togetherness and Hygge (Intimità ed hygge).

Jessica e Iben, che è una psicoterapeuta danese, ci mettono davanti statistiche e dati, soprattutto facendo un confronto tra gli Stati Uniti e la Danimarca, dati che riguardano, per esempio, l’uso di antidepressivi, che in America è aumentato negli ultimi anni del 400% e la somministrazione sempre più massiccia di medicinali prescritti ai bambini per disturbi da deficit di attenzione o pubertà precoce.
Tutto ciò è evitabile? Probabilmente sì, se si iniziasse a seguire il metodo danese in famiglia e nelle scuole.

Questo libro ci fa riflettere su tanti spunti: se genitori ansiosi educano bambini ansiosi, questi ultimi diventeranno  adulti ansiosi, entrando in un circolo vizioso infinito. La voglia di un genitore di vedere crescere un figlio di successo e che sia benestante non aiuta a far vivere i bambini la propria infanzia con spensieratezza.
Infatti, la prima parola chiave del metodo danese è gioco. Gioco inteso come gioco libero, libero da regole e senza vincitori, quel gioco fatto solo per la voglia di giocare. Questo tipo di gioco insegna al bambino a essere meno ansioso (appunto perché non interessa arrivare il primo o essere il migliore), e a essere più resiliente.
Ormai la parola resilienza è all’ordine del giorno e se ne sente parlare sempre più spesso. Essere resilienti vuol dire avere la capacità di riprendersi, gestire le proprie emozioni e controllare lo stress.
Come i cuccioli di qualsiasi specie animale che giocano a fare la lotta, anche i bambini hanno bisogno di giocare liberamente per riuscire a gestire meglio eventi futuri.

La seconda parola chiave è autenticità. In questo punto si parla di film dai quali ci si aspetta un bel finale. Spesso, però, nei film ma anche nelle fiabe danesi il finale è tragico o malinconico (come nella versione originale de La Sirenetta). Questo dà un aspetto più reale, più autentico. Ed è cosi che un genitore si dovrebbe rapportare al proprio figlio, con sincerità.

L’onestà emotiva, non la perfezione, è ciò che i bambini hanno bisogno di ricevere.

La parola Reframing (ristrutturazione) si riferisce al metodo di rapportarsi con il negativo. Analizzare un avvenimento, e saperne cogliere l’aspetto positivo è ciò che dovremmo fare noi stessi e poi trasmetterlo ai nostri figli. Essere “ottimisti realisti” è ciò che può aiutare un genitore a essere più sereno e a passare questo ottimismo (realista) al proprio figlio.
Non pensate che sia un buon metodo anche per chi non ha figli? Io credo che questo libro, infatti, possa essere interessante da consultare per tutt*.

Il prossimo punto è l’empatia, ve ne ho parlato per quanto riguarda il libro precedente, e trovo che tutti dovremmo imparare ad essere più empatici, sappiamo che sarebbe giusto esserlo, ma non ci impegniamo perché non siamo stati abituati a farlo. Sarebbe ora di cominciare.

Quando si parla di “nessun ultimatum” mi sono ritrovata in questa parte. Come zia ho dato spesso un ultimatum alle mie nipoti, e, anche se ci ho provato a evitarlo, mi sono ritrovata sempre a seguire il modo con la quale sono stata anche io educata. Ci vuole tempo, ma si può imparare a evitare gli ultimatum.

Il punto finale è l’intimità e l’hygge. Di quest’ultimo ormai ve ne ho parlato tantissimo, e sapete quanto mi sono “affezionata” a questa parola. L’importanza del “noi” piuttosto dell’ “io” e del lavoro di squadra sono il fulcro di questo ultima parola chiave per imparare a usare il metodo danese per crescere bambini felici.


In questo manuale troviamo diversi punti e spunti da poter mettere in atto, non solo con i propri figli ma anche per noi stessi. Da leggere per poter vedere tutto da una prospettiva diversa, e sicuramente migliore.  


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