Salve a tutti lettori e
ben trovati per questa nuova recensione; oggi voglio parlarvi del libro scritto
da Simone Chialchia, si tratta di “James Biancospino e i giorni dell’ardesia”,
edito dall’Aporema Edizioni.
Titolo: James Biancospino e i giorni dell'ardesia
Autore: Simone Chialchia
Editore: Aporema Edizioni
Genere: Urban-Fantasy! pag. 482
Saga delle pietre magiche
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Dopo le mirabolanti avventure affrontate nel sedicesimo secolo, James Biancospino torna al presente ed è di nuovo costretto a destreggiarsi nell’eterna guerra tra la setta della Confraternita della Luce e quella degli Oscuri. Tra duelli mozzafiato, affetti contrastati ed estenuanti iniziazioni, l’epopea del protagonista si snoda attraverso tre continenti, alla ricerca dell’arcano potere nascosto nell’ardesia, l’unico che sembra in grado di risolvere in modo definitivo le sorti del conflitto.
L’ho letto cosa ne penso:
Il libro di cui vi andrò
a parlare è il seguito di “Le sette pietre magiche”, e quindi vedremo come
l’autore andrà a proseguire la storia nel corso di questo secondo libro. Non ho
avuto modo di leggere la precedente creazione di Chialchia (e di questo me ne
scuso) ma ho cercato di recuperare informazioni qua e là, in modo da ritrovarmi
a ragionare meglio su certi passaggi della storia che stavo leggendo; andiamo
quindi a vedere assieme questo romanzo.
Cosa mi è piaciuto:
Per quanto
l’ambientazione attorno a tutta la storia, sia un Urban fantasy canonico, ha
comunque delle idee al suo interno molto interessanti; dico “canonico” perché
negli ultimi anni quando ho letto delle storie con ambientazione di questo
genere, ritrovo sempre una certa linearità in quello che succede, degli “step”
o comunque degli eventi o dei luoghi che sono sempre presenti in questi
romanzi; cosa mi ha colpito più del solito però? La magia, o meglio come il
protagonista e tutti i personaggi attorno ad esso richiamano a sé delle energie
arcane, in grado di potenziare le persone normali dandogli quei poteri che sono
utili per affrontare i loro avversari presenti in tutta la storia. Non solo
sono affascinanti le modalità d’uso, i diversi materiali sfruttati, ma anche il
modo in cui richiamare tale potere, la forza interiore, il credere in ciò che
si sta facendo, etc. etc. che non è
niente di innovativo, ma unita a questa scelta d uso del lato “fantasy” della
trama ha un che di intrigante e che ti fa porre molte domande, non solo sui
personaggi ma sulla congrega di cui il protagonista entrerà a far parte.
Ed è indirettamente
proprio la congrega della luce, organizzazione dove entrerà di gioco forza
James Biancospino, l’altra cosa che fa riflettere e che crea molti spunti
interessanti; se nell’uso della magia si vede il lato “fantasy” del libro,
nella vitta dentro la congregazione si vede in modo molto forte la parte Urban,
nei suoi pregi e nei suoi difetti. Il pregio all’interno della storia e come
viene presentato l’ordine e di come si viva la “missione” da parte dei
confratelli, e quindi anche il modo di sfruttare le energie magiche e non di
quel mondo. Il protagonista si ritroverà davanti non più quella setta che aveva
avuto modo di conoscere secoli addietro, nel suo viaggio nel tempo; ora ci si
trova davanti a persone ambiziose e che cercano di usare il potere per
raggiungere i vertici; soldi controllo sugli altri e arroganza, ma soprattutto
il concetto di non fidarsi di nessuno. Per fatti risalenti al precedente libro
infatti, la regola d’oro è diventata “non fidarsi nemmeno dei propri compagni”,
è non aspettarsi aiuto o appoggio da loro; anzi meglio impari a vedertela solo
con le tue forze e usare il meno possibile il lavoro di squadra meglio è.
Regole e prassi che molti nella congrega accettano, ansi insegnano, mentre
altri, come i vecchi amici di James dal precedente libro non approvano e
osteggiano; una lotta interna ma silenziosa; non vi sono lotte intestine
apparenti e l’organizzazione non pare volere netta divisione, questo perché
comunque si sta facendo del bene, si stanno combattendo gli antichi nemici e in
certe zone del mondo non è per nulla semplice questa lotta. Insomma, si va
avanti con il minore dei mali; per non spaccare il sistema e continuare vera
missione dell’ordine si accetta una situazione all’interno della congrega, che
il protagonista troverà fin dai primi momenti assurda, senza contare che è lo
stesso scrittore a dipingere la situazione attorno a tutta la storia con tratti
che fanno pensare a qualcosa di sbagliato.
Infine, una parola sulla caratterizzazione dei personaggi. Sicuramente quello che viene meglio costruito
per tutto il libro è il protagonista, la sua evoluzione, i suoi ideali iniziali
e come cambiano nel corso del tempo, come si adattano nel mentre cerca di
tenersi saldo sulle sue convinzioni e su ciò che prova verso gli altri. Un
excursus bello e ben fatto; peccato tocchi in pieno solo James, mentre gli
altri sono un po’ lasciati a loro stessi; hanno una caratterizzazione iniziale
ma non si vede molto altro; ogni tanto per alcuni dei personaggi con cui si
confronta di più il protagonista vi sono delle aggiunte ma di base tutti gli
altri rimangono fermi nel loro mondo con quei loro connotati iniziali.
Cosa non mi è piaciuto:
Come avevo già accennato,
riguardo la parte “Urban” della storia, vi sono degli alti e bassi; i bassi per
me si sono presentati nel momento della “presentazione” di uno dei luoghi più
canonici del genere, ovvero l’accademia; sarò molto sincero se c’è qualcosa che
mi ha sempre molto deluso nella lettura di questo genere, è il fatto che ad un
certo punto (di solito al secondo libro di una saga) il protagonista finisce
dentro una scuola per apprendere i poteri/magia/qualunque cosa per sopravvivere
al mondo esterno; è questo lo dico non perché, la strada che viene presa
all’interno di queste accademie è quasi sempre la stessa, ma perché alla realtà
dei fatti, per la trama porta sempre questa parte, poco o nulla. Si lo so che
per coerenza di una trama, effettivamente degli studi sulla materia “magica” ci
stanno: si è nel mondo normale tra tecnologie e modernità e non ci sono molti
altri modi per controllare certe arti se non studiandole, e so bene che spesso
il protagonista, imparerà qualcosa che porterà nel cuore per tutta la storia,
incontrerà persone che rimarranno legate a lui o comunque persone fidate che lo
potranno aiutare, ma (e questo vale tantissimo per questa saga) questa cosa si
percepisce pochissimo, anche perché le persone fidate della congrega, James le
conosce già dal primo libro. Per quanto riguarda il concetto di imparare
qualcosa, ritengo che si possano anche scegliere strade differenti al giorno
d’oggi
In definitiva:
Abbiamo davanti comunque
una più che buona lettura; ci sono cose da migliorare, uno stile di scrittura
che può fare a meno di certe uscite o descrizioni, ma comunque si è su una
buonissima strada; le idee ci sono tutte e le possibilità di un seguito più che
interessante anche. Sono tante le dinamiche che potrebbero andare avanti e
molti ancora sono i possibili scenari che il protagonista si potrebbe trovare
davanti agli occhi. Molti personaggi sono ancora in gioco e spero che gli
avversari avranno anche più determinazione e concretezza, in modo di avere una sfida
tra le due fazioni sia sul piano del nostro mondo che dal lato fantasy
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