Salve a tutti lettori e bentrovati per questa nuova recensione.
Oggi vogliamo parlarvi di Tenebre, libro scritto da Maria Patavia ed edito dalla casa editrice Dark Zone.
Titolo: Tenebre
di Maria Patavia
Editore: Dark Zone
Genere: fantastico| pag. 95
Libro acquistabile a QUESTO link
Una piccola città di provincia è invasa da ombre che fagocitano interi quartieri senza che gli abitanti, chiusi nel loro mondo egoistico, se ne rendano conto. Ogni volta un misterioso mago è presente nei luoghi in cui avvengono strani accadimenti. Di chi si tratta? Il lato oscuro nascosto dietro i volti ipocriti si srotola mischiando le paure ai sogni che diventano incubi e una realtà in continua trasformazione.
In piena estate, il libro Tenebre mi è apparso un po’ casualmente devo dire; sono stato portato a
leggerlo non solo per il numero delle pagine, poche per una lettura breve, come
quello di cui avevo bisogno, ma anche perché la copertina e la breve
descrizione mi avevano incuriosito. Senza contare che qui sul blog, la casa
editrice Dark Zone è ben conosciuta. Vediamo subito cosa mi ha lasciato
quest’opera.
Cosa mi è piaciuto:
L’autrice è riuscita a
prendere degli aspetti della nostra quotidianità, aspetti che toccano le
tenebre diciamo del nostro animo, per poi creare attorno ad essi incubi e dolori;
l’ipocrisia della gente e problematiche o tematiche, sfortunatamente comuni e
conosciute dalle persone in generale. Ognuno di noi ha dentro di sé un po’ di
“tenebre” e qui, attraverso le varie storie, si vedono come possono
aggrovigliare e portare nel buio e nel terrore gli individui. Dico varie
storie, perché in queste pagine non vi è una storia, ma più storie, più
personaggi e più tenebre che si addensano in questa sfortunata città. Questa
atmosfera che si respira per tutte le pagine, portano il lettore a leggere e
divorare pagina dopo pagina, presi dalla scorrevolezza e dalla passione che si
percepisce in ogni storia. Personalmente ho trovato tutto il libro molto
gradevole da leggere e sempre nella giusta atmosfera; possono essermi piaciute
delle storie più che altre, ma si nota un abile tocco nel passare da una storia
più splatter, a qualcosa di più drammatico socialmente, a qualcosa di più
onirico. Molto ben strutturato da questo punto di vista.
I personaggi delle storie
anche appassionano il lettore; non ci sono sicuramente abbastanza pagine per
poter ampliare il background di ogni personalità che viene creata dall’autrice,
ma ad ogni storia ci si riesce a immaginare il protagonista in modo abbastanza
nitido; non sono bidimensionali, nelle loro paure e nei loro dolori si
percepisce una persona che soffre e questo permette di tematizzare con i
personaggi e quindi ci si riesce bene a immaginarli per tutta la lettura; ci
vuole una grande capacità tecnica per riuscire a fare ciò in comunque poche
pagine.
Cosa non mi è piaciuto
L’unico punto a sfavore
che ho trovato in questa storia, credo sia il quid di tutto ciò che avviene in
questo villaggio; come potete leggere nel retro del libro (che potete leggere
qui sopra nella recensione) delle ombre stanno fagocitando interi quartieri e
pare che gli incubi e le tenebre delle persone si tramutino in realtà; in
aggiunta c’è un mago, che appare a inizio del libro che sembra essere presente
in ogni luogo dove avvengono queste cose. Da qui si passa alla lettura delle
storie brevi che narrano le vicissitudini dei protagonisti, inghiottiti, chi
più chi meno in questa oscurità; si nota
come le vicende si intreccino e come le storie dei personaggi in qualche modo
sono collegate, e si può vedere come ogni tanto appaia questo mago nelle
storie, ma non c’è da nessuna parte, il quid di tutta la questione; perché il
problema è che ti inizi a fare delle domande: da dove arriva l’oscurità, perché
sta inglobando questo paese e le vite dei personaggi, chi è il mago in
questione, ma soprattutto, quando si chiarisce tutto quanto? Non essendoci mai
una risposta a tutte queste domande, ecco che tutti questi racconti rischiano
di sembrare senza capo né coda; questo perché, per quanto siano belle storie,
manca una trama orizzontale, che sembra che ci debba essere per tutto il libro,
ma non si chiarisce in nessun momento dei vari racconti, lasciando il lettore,
spaesato, perplesso e pieno di dubbi per il timore di essersi perso in meno di
cento pagine qualcosa di fondamentale; probabilmente c’è anche un motivo per
questa cosa, ma non mi sovviene proprio.
In definitiva
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