Amici del Bosco,
vi parliamo del romanzo L’ENIGMA DELLA CAMERA 622, di Joël Dicker: un bestseller pubblicato con La Nave di Teseo che, però, non sembra essere poi così gradito...
Scoprite perché!
Un fine settimana di dicembre, il Palace de Verbier, lussuoso hotel sulle Alpi svizzere, ospita l'annuale festa di una importante banca d'affari di Ginevra, che si appresta a nominare il nuovo presidente. La notte della elezione, tuttavia, un omicidio nella stanza 622 scuote il Palace de Verbier, la banca e l'intero mondo finanziario svizzero.
L'inchiesta della polizia non riesce a individuare il colpevole, molti avrebbero avuto interesse a commettere l'omicidio ma ognuno sembra avere un alibi; e al Palace de Verbier ci si affretta a cancellare la memoria del delitto per riprendere il prima possibile la comoda normalità. Quindici anni dopo, un ignaro scrittore sceglie lo stesso hotel per trascorrere qualche giorno di pace, ma non può fare a meno di farsi catturare dal fascino di quel caso irrisolto, e da una donna avvenente e curiosa, anche lei sola nello stesso hotel, che lo spinge a indagare su cosa sia veramente successo, e perché, nella stanza 622 del Palace de Verbier.
Recensione a
cura di Stefano Muzio
“In quello stesso
momento, a Ginevra. Lev stava giocando col fuoco. Lo sapeva. Se la polizia lo
arrestava, era tutto finito. Si chiese come avesse potuto arrivare fino a quel
punto, ripensando al dicembre di quattordici anni prima”
…Se uno studente di una qualunque scuola superiore scrivesse
un periodo del genere in un tema come minimo si guadagnerebbe un quattro!...
Io non sono un purista dell’accademia della crusca e nel
linguaggio parlato non faccio troppo caso ai congiuntivi o agli errori di
sintassi, anche per non apparire troppo spocchioso, però nel linguaggio scritto
gli errori mi danno particolarmente fastidio, specialmente nella letteratura.
Se poi questo avviene per scrittori famosi e per best seller la cosa mi fa
anche innervosire. Coniugare il verbo arrivare con il verbo avere è una vera
bestialità! In questo libro, credo per colpa della traduttrice ( o almeno lo
spero ) non c’è un congiuntivo o un condizionale azzeccato, tutto viene
declinato all’imperfetto.
Un libro brutto, troppo lungo e scritto male… Peccato.
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