“Ha ragione
Claudio”. Tutto il gruppo si voltò verso il letto da cui proveniva la voce.
Alessio era rimasto in disparte, quasi non volesse mescolare la sua collera con
la loro. Non si era mai lamentato, né aveva manifestato il suo sdegno, aveva macerato
dentro di sé i suoi sentimenti mestandoli per bene con la voglia di rivalsa.
“Dobbiamo fargliela pagare, tutti insieme come una squadra” disse alzandosi e
prendendo posto nel cerchio composto dai suoi compagni.
I ragazzi erano tutti a bocca aperta, Alessio aveva parlato pochissimo e per lo
più con Claudio.
“Oh, ma allora sai parlare, eh?” lo punzecchiò Kevin, con la sua vocetta
nasale. “Non ci degni di una parola e adesso ci chiedi di essere una squadra?”.
“Scusa, non sono abituato a stare con gli altri. Ma l’ingiustizia di sabato ha
colpito tutti e tutti insieme possiamo prenderci la rivincita su Trisunto”.
Alessio era sincero, per la prima volta in vita sua voleva essere parte di
qualcosa, voleva avere amici che non avessero bottoni al posto degli occhi.
Alessio è il giovanissimo protagonista del romanzo IL
GIOVANE ACHILLE, scritto da Alessandro Ricci e pubblicato con NPS Edizioni.
Frequentante le scuole medie, Alessio è di carattere schivo e riservato,
solitario, custode di un dolore molto difficile da sopportare per chiunque e
affetto da una zoppia congenita che, purtroppo, non lo aiuta nelle relazioni
sociali che, di fatto, non ha.
Preso di mira dall’insopportabile bullo della scuola,
reagisce in modo tale da ricevere da questi una sfida fuori dalle mura
dell’istituto: una sfida a cui, per orgoglio, non intende rifiutare. Si mostra
molto strategico e audace nel momento della contesa, senza però considerare le
conseguenze.
Gli adulti – a volte il loro zampino è davvero salvifico, anche se per i ragazzi sembra quasi una rottura di scatole – intervengono nel momento clou ed il padre di Alessio decide di dare al figlio una severa punizione: un campo estivo dove, si augura, egli possa redimersi ed imparare ciò che il genitore sembra faticare ad inculcare nella prole.
Ovviamente ad Alessio non gliene frega un tubo di andare al
campo. Sa già che non si divertirà e che tutto quello che faranno sarà di una
noia mortale, quindi parte con l’entusiasmo sotto i piedi e solo per dare il
contentino al padre.
Secondo voi le aspettative di Alessio saranno confermate o
deluse?
Può una punizione trasformarsi in una meravigliosa e super esperienza?
Anche in questo romanzo, Alessandro Ricci dimostra di
possedere una buona padronanza lessicale ed un piglio narrativo molto
scorrevole e molto giovanile, familiare e, a volte, confidenziale.
L’Autore sceglie, infatti, di porsi verso i lettori come se
stesse raccontando loro qualcosa dal vivo: come se fosse lì, affianco ad ognuno
di noi, mano a mano che le pagine vengono voltate e l’avventura si infittisce.
In diversi passaggi, infatti, abbiamo modo di sentire la sua presenza, come di
chi ci sta rivelando una storia che conosce molto bene e che, forse, ha potuto
vivere e vedere da molto vicino.
IL GIOVANE ACHILLE affronta una serie di tematiche piuttosto
‘strong’ in un modo geniale e coinvolgente, fresco e frizzante, perfetto per i
giovani lettori e per quelli un po’ più cresciuti: troviamo infatti il tema
della diversità, dell’abbandono e della famiglia non troppo unita, con il
costante scontro generazionale tra genitori e figli; abbiamo a che fare con il
bullismo e con il poco (o nulla!) interesse per la scuola e lo studio, tipiche
situazioni, ahimè, che coinvolgono i nostri ragazzi e non soltanto in quest’epoca.
Non ci sono, però, solo situazioni ostiche da seguire,
fortunatamente.
Perché se da una parte vi è forse l’intenzione di denunciare, in maniera
stimolante ed educativa, faccende che
sono da non sottovalutare, dall’altra s’intende valorizzare ciò che talvolta
può apparire scontato.
Grazie ad Alessio avremo modo di scoprire la magia dell’amicizia,
dello spirito di squadra, della stima che può nascere tra ragazzi e giovani
adulti; toccheremo con mano la bellezza del rapporto umano che si costruisce
giorno per giorno, che si alimenta come una piccola fiammella e poi, nel
momento migliore, si mostra nella sua forza prorompente come un fuoco che
divampa. Così, infatti, Alessio crescerà in una manciata di giorni e noi,
leggendo la sua avventura, verremo catapultati in quella parte di mondo ancora
meravigliosa ed esistente che, spesso, viene dimenticata poiché riempita di
quelle brutture di cui solitamente – e pressoché ogni giorno – veniamo a
contatto, vuoi perché ci siamo dentro o perché l’esterno ci obbliga a seguirle.
I personaggi, ben costruiti e caratterizzati, permettono
perfettamente l’immedesimazione ed ogni passaggio è così naturale e fluido che rende
il tutto piacevole, coinvolgente e perfetto. I dialoghi sono adeguati ai
giovani lettori, spesso permettendo quel sorriso che, sembrerà forse banale,
quando si legge è bello da poter mostrare quasi scioccamente ad un libro che
non potrà mai ricambiare od apprezzare.
Adeguate le descrizioni, non eccessive e utili affinché possa avvenire l’immaginazione
delle scene: molto belli i momenti di ‘genialità’ di Alessio ed i passaggi
relativi alle attività più importanti che si svolgono all’interno del Campo
Estivo, nodi cruciali dell’intera vicenda e di ciò che l’Autore ha voluto
regalarci.
Il volume, di buona fattura, è arricchito dalle
illustrazioni di Stefania Franchi: i suoi tratti e i suoi colori sono qualcosa
che, a parer mio, portano una ventata di freschezza e di fantasia. Ho visto le
tavole al Lucca Città di Carta e sono rimasta piacevolmente colpita: sul libro
rendono molto e sono davvero molto belle da vedere.
Un bel libro, che ancora una volta conferma come la
letteratura per ragazzi non sia esclusivamente a loro dedicata; un lavoro che,
di nuovo, mi fa pensare a quanto sia fortemente creativa la mentalità di un autore
che scrive per i giovani e che sa spaziare nella loro fantasia tanto quanto in quella degli
adulti.
A tredici anni, Alessio non sopporta nessuno. Né i suoi compagni, sempre pronti a sparlargli alle spalle, né suo padre, da cui si è allontanato dopo la morte della moglie. Ma soprattutto odia se stesso. Colpa del suo tallone d'Achille, una malformazione fisica che lo costringe a camminare zoppicando, attirando risatine e commenti, che alimentano la rabbia che si porta dentro. Un giorno, la fiamma dell'ira esplode, costringendo il padre a inviarlo a un campo estivo, sperando di favorire così la sua socialità. Ma al Campeggio Sorriso Alessio non imparerà solo regole e disciplina. Tra sortite notturne, giochi a Palla Mortale e misteri sotterranei, conoscerà il valore dell'amicizia e l'importanza di vivere ogni giorno a pieno.
Grazie mille
RispondiEliminaA te: è sempre un piacere poterti leggere!
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